lunedì 26 settembre 2016

Il gioco dei travestimenti

Ciao a tutti!!


Oggi pensavo di parlarvi di un'attività molto frequente al nido dove ho svolto il mio tirocinio. Si tratta del gioco dei travestimenti, particolarmente apprezzato dai bambini perché li diverte moltissimo! Di solito è un'attività pomeridiana ma viene proposta talvolta anche durante la mattinata. Si svolge nell'ampio salone delle attività, dove l'educatrice o le due educatrici annunciano che si giocherà al gioco dei travestimenti, portando uno scatolone zeppo di vestiti, borse, scialli, grembiuli, cappelli, sciarpe ecc. sparpagliandoli per tutto il pavimento. E' qui che il bambino inventerà il gioco del "far finta di" stimolando così la sua immaginazione e rafforzando la propria identità.
Attraverso questo gioco i bambini imitano e fanno propri i gesti quotidiani degli adulti, imparano, elaborano, sperimentano i ruoli e le varie identità. Usando la fantasia e l'immaginazione elaborano il loro vissuto, le emozioni che vivono nel rapporto con i loro genitori e il mondo esterno. Con l'aiuto di una borsetta o un cappello, i bimbi inventano e raccontano delle storie, condividono insieme all'educatrice e ai propri pari un momento speciale e un po magico dove ci si può trasformare in qualsiasi personaggio. 
Solitamente ricordo, ai bambini piaceva molto giocare a far il pizzaiolo, c'era a chi piaceva fare la mamma e quindi col carrello e la borsetta fare la spesa, chi voleva fare il bandito, il cowboy, la strega, il fantasma ecc. Quello che ho notato è che piaceva molto coprirsi la faccia con uno scialle e facendosi aiutare dalle educatrici o dalla sottoscritta, avvolgevamo loro la testa, lasciando solo spazio per gli occhi..come mi divertivo a giocare insieme a loro! A questo punto correvano verso gli altri bambini cercando di spaventarli o cercando di spaventare me!! :D Molti erano i momenti in cui si contendevano dei cappelli o delle borse ma alla fine tutto si risolveva ponendo l'attenzione su un altro accessorio. E' un'occasione per superare le incertezze e le paure identificandosi con i personaggi interpretati per imparare a stare con gli altri; non solo, con questa proposta i bambini imparano a vestirsi e svestirsi, a riconoscere i diversi indumenti e ad aiutarsi tra loro. L'unico accorgimento che farei durante questa attività è quello di introdurre uno specchio, dove i bambini possano "ammirarsi" e ciò, conferisce una percezione del corpo e delle sue parti, porta all'interiorizzazione della propria immagine, e allo sviluppo della fantasia, favorisce l’espressività corporea legata alla gestualità ed alla mimica, la capacità di osservazione e di imitazione di altri bambini. 
Al termine dell'attività i bambini vengono invitati a riordinare tutto il materiale dei travestimenti in una ampio scatolone. Alcuni molto testardi vogliono tenersi ad esempio un cappello o una borsa per tutta la giornata al nido :)
Il gioco dei travestimenti fa parte del gioco simbolico perché qualcosa viene usato per significare qualcos'altro. Ovvero qualcosa che è presente viene utilizzato per richiamare qualcosa che non è presente fisicamente ma nella mente e nelle emozioni del bambino. Il gioco dei travestimenti è un gioco di “finzione” nel quale il bambino si identifica con qualcun altro da sé. Con questo gioco il bambino apprendere regole sociali, ruoli diversi, diventa protagonista di situazioni quotidiane che gli vive solo da spettatore. Questo gioco permette dunque al bambino una elaborazione e una gestione delle emozioni.
Target: 24-36 mesi.

Obiettivi generali:
  • Sviluppare la fantasia e l'immaginazione;
  • Rafforzare la capacità di relazione e socializzazione;
  • Favorire l'immedesimazione;
Obiettivi specifici-il bambino:
  • Impara a vestirsi e svestirsi;
  • Inventa nuovi personaggi e nuove storie;
  • Riconosce i diversi indumenti;
  • Apprende regole sociali e ruoli diversi;


A presto!! :)

mercoledì 21 settembre 2016

Leprotto leprottino!!

Salve a tutti!!


Oggi vorrei allietarvi con una breve e divertente canzoncina, spesso cantata al nido prima di iniziare le attività. Vi assicuro che le canzoncine sono accolte molto volentieri anche da chi sta attraversando la delicata fase dell'ambientamento. Tutti i bimbi nel salone delle attività, vengono invitati a coricarsi su di un materasso, tenendo gli occhi chiusi e quindi facendo finta di essere dei leprottini che dormono mentre l'educatrice o le educatrici iniziano la canzoncina dicendo:

E' notte, i leprottini fanno la nanna ssssshhhh! 

Leprotto leprottino che fai tu, che fai tu
dormi o sei sveglio perché non salti più?

Sorge il sole alto nel cielo e i leprottini..si svegliano!! Dai bambini su in piedi!!

Salta leprottino 1,2,3 1,2,3
salta leprottino e vieni da me!!

La prima frase (E' notte..) va pronunciata normalmente quasi come un annuncio, le seguenti due frasi vengono invece bisbigliate (Leprotto...perché non salti più?) mentre i bambini restano coricati sul materasso. Ancora la frase successiva (Sorge...e i leprottini) va pronunciata come la prima, creando di seguito però una certa aspettativa da parte dei bambini perché è qua che si alzano e iniziano a saltare battendo le mani insieme alle educatrici(si svegliano!!...e vieni da me!!)
Quello che abbiamo osservato è che la canzone non deve ritardare molto nel cambio di ritmo/posizione, perché i bambini si aspettano di saltare! E' importante osservare come l'educatrice introduce le parti dialogate, descrivendo la notte e il sonno dei leprottini. Ciò può essere fatto sia parlando normalmente, sia cantando e rispettando il ritmo della canzone. Sono possibili eventuali altre strofe con azioni varie, tipo “chiudi gli occhi”, “fai la nanna”, “e come fanno i leprottini la nanna? Russano?” , “ora apri gli occhi”, ecc. L’educatrice dovrebbe sfruttare quello che i bambini stanno facendo (ad esempio, cantare di chiudere gli occhi perché molti li hanno aperti, oppure rivolgersi direttamente a un bambino con frasi tipo “Dai A., adesso i leprottini stanno facendo la nanna, dormi anche tu”, ecc. In questa parte, si possono inserire azioni e frasi dal valore simbolico, per bambini grandi, come “Adesso chiudo le tende, perché i leprottini fanno la nanna” ecc. Inoltre, si possono associare dei movimenti per sottolineare l’azione dei leprottini e per scandire i vari passaggi della canzone. Ad esempio: appoggia la testa sulla mano per “dormono i leprottini”, sbadiglia, fa finta di chiudere delle tende, ecc
Varianti: si basano sull'introduzione di elementi motori e/o simbolici nelle parti dialogate. Una classica variante di Leprotto leprottino consiste nell’inserire riferimenti alla stagione. Quando l’educatrice introduce il ritornello, dicendo che la notte è finita, i leprottini hanno fatto la nanna e si svegliano, ad esempio con:

Poi spunta il sole – cantano gli uccellini
Si svegliano i leprottini e uno due tre...

Passa al ritornello seguente e batte le mani:

E salta leprottino - uno due tre
Salta leprottino - e vieni da me!!

Qui i bambini si alzano e iniziano a saltare con gran divertimento. È consigliabile che l’educatrice salti con loro. Importante: concludere con “Bravi!” e battendo le mani. Leprotto leprottino è una canzone rivolta al grande gruppo, una canzone mimata ottima per la gestione del grande gruppo, in particolare per coinvolgerlo in maniera divertente. L’educatrice comprende che la proposta di Leprotto leprottino ha esaurito la sua funzione quando la maggior parte dei bambini non è più disposta a rimettersi per terra per un’ulteriore ripetizione. E' molto amata dai bambini probabilmente per il passaggio da quiete a movimento. In questa canzone, si crea un’aspettativa di movimento all'interno di una atmosfera prima accogliente e rilassante, poi dinamica e divertente. L’educatrice o le educatrici partecipano ai movimenti e accompagnano, incoraggiano e rinforzano verbalmente le azioni dei bambini.

Target: 18-36 mesi. 

Obiettivi generali:
  • Stimolazione dello sviluppo motorio globale;
  • Sviluppo socio-emotivo;
  • Incremento delle capacità percettive relative all'orecchio musicale attraverso l'ascolto;
Obiettivi specifici-il bambino:
  • Impara a saltare o a rafforzare questo schema motorio;
  • Imita le educatrici e/o i suoi pari;
  • Ricorda parole e movimenti in associazione;
  • Differenzia i momenti di tranquillità e quelli più dinamici;
  • Si diverte!!
Molte delle informazioni descritte, le ho ricavate grazie a questo sito che tratta lo stesso argomento: Progetto Asilo Nido
A presto!! :)

martedì 20 settembre 2016

Attività libere e strutturate

Ciao a tutti!!

Vi ho parlato nel precedente post di un albo illustrato, che affronta la pausa del distacco da mamma e papà durante la fase dell'ambientamento. Al proposito vi vorrei parlare di alcune attività svolte durante questi momenti. Basandomi sulla mia esperienza di tirocinio, tra la attività più frequenti vi era i murales, la pasta di sale (già affrontati nei precedenti post) ma più frequentemente il cosiddetto gioco da fermi che fa parte del gioco strutturato. Tra le varie proposte di gioco strutturato vi sono le macchinine colorate con i tappetti in linoleum, gli animaletti, le costruzioni, i vari cibi e le stoviglie (che spesso accompagnano il gioco simbolico della cucina) materiali di lettura, pannelli ad incastro ecc. Le capacità senso-percettive consentono all'individuo di stabilire un rapporto con l'ambiente circostante e il loro sviluppo dipende in parte dalla sollecitazione sensoriale: visiva, uditiva, tattile, cinestetica e vestibolare. 

FASE 1-ESPLORAZIONE: Attraverso l'esplorazione degli oggetti e dell'ambiente il bambino scopre che esistono forme, colori suoni, consistenze diverse; 

FASE 2-CONOSCENZA: Il bambino impara a riconoscere e raggruppare le diverse categorie , per es. sa dividere per forma o colore; il movimento diventa sempre più organizzato e consapevole. 

FASE 3-RAPPRESENTAZIONE: Infine impara i nomi di tali categorie e la loro rappresentazione.

Al termine dell'attività viene chiesto ai bambini di rimettere i giochi negli scatoloni, spesso distinguendo i cibi finti dalle stoviglie o da altri giochi presenti nel salone delle attività. 
Alcune proposte pratiche interessanti da svolgere durante l'anno:
  1. Utilizzare inizialmente oggetti tutti uguali per forma, dimensione, colore..e dopo una prima fase di sperimentazione inserire un oggetto di contrasto.
  2. Disporre palline di colori diversi sparse nella sala o dentro ad uno scatolone, a seconda del grado di eccitazione, lasciare i bambini giocare e sperimentare; in seguito inserire due cerchi o due scatole dello stesso colore delle palline e portare i bambini a dividere le palline secondo la categoria del colore. Ripetere con le altre categorie, per es. stesso oggetto ma diverse dimensioni, oggetti diversi ma dello stesso colore. In alternativa utilizzare gli stessi oggetti a terra e lasciare i bambini liberi di giocare o invitarli a camminare senza toccarli; al segnale l'educatrice sceglie un oggetto e chiede ai bambini di trovarne uno uguale per forma o per colore. Ripetere più volte(fase della conoscenza).
  3. Si possono ripetere i giochi precedenti utilizzando il comando vocale es. chiamare il colore o il nome dell'oggetto da trovare invece di utilizzare il canale visivo, oppure disegnare i colori e le diverse forme e dimensioni. Quindi potremo far seguire all'esperienza vissuta, una fase rappresentativa (verbale o grafica) per rafforzarla e interiorizzarla ulteriormente. 
Target: semidivezzi/divezzi.

Obiettivi generali: 
  • incrementare l'esplorazione degli oggetti e dell'ambiente circostante
  • favorire la coordinazione oculo-manuale;
  • riconoscere e raggruppare le diverse categorie di oggetti;

Obiettivi specifici-il bambino: 
  • sa distinguere forme, colori e e consistenze diverse;
  • discrimina un oggetto dall'altro (es. differenzia il piattino da un cibo "finto");
  • impara i nomi delle diverse categorie di oggetti;
  • scopre e tocca materiali diversi;
A presto!! :)

lunedì 19 settembre 2016

Anch'io vado a scuola!

Ciao a tutti!!
Nel precedente post vi ho parlato dell'ambientamento al nido che avviene in questo periodo per molti bambini e genitori, per affrontare con più serenità questa fase molto delicata. Da qui l'idea di parlarvi di un albo illustrato molto interessante che ha destato fin da subito la mia curiosità, durante il corso di "Pedagogia della famiglia" tenuto presso l'università di Rovigo.
"Anch'io vado a scuola! I primi giorni con mamma e papà per chi lo vorrebbe acquistare, è accompagnato da un quaderno pedagogico di approfondimento: "Un tempo per incontrarsi, pensieri e pratiche per favorire l'ambientamento di bambini e genitori nella scuola dell'infanzia" a cura di Paola Milani. Questi due libretti si sono rivelati strumenti preziosissimi e perfetti sia per me in quanto futura educatrice, sia come proposta di lettura da consigliare ai genitori dei bimbi che affrontano l'ambientamento, o da presentare all'asilo ai bambini per comprendere e poi lavorare e giocare su questo tema.
E' un vademecum che mi sento di consigliare ad ogni educatrice come una sorta di guida che la accompagni ogni anno con i nuovi bambini e i nuovi genitori, e anche agli stessi genitori è rivolta questa proposta editoriale.
L'albo illustrato "Anch'io vado a scuola" è una bellissima e dolce storia che affronta proprio il tema del distacco da casa, dal nucleo familiare dal punto di vista del bambino.
Tenere illustrazioni accompagnano visivamente il bambino e il genitore nella lettura ed esprimono chiaramente gli stati d'animo, le paure, le situazioni e i pensieri dei bambini in questo periodo così delicato. All'inizio del quaderno, alla voce "Alla scuola dell'infanzia tutto nasce da una piccola storia" , viene riportata questa storia nella versione integrale affinché venga usata da mamme e papà con i loro figli o dagli insegnanti nella riunione preparatoria o gruppi di parola dove genitori ed educatori si concedono un tempo per discutere di cosa significhi educare bene e sopratutto co-educare i bambini. Al proposito vi inserisco un link dove potete appunto leggere l'esperienza di una mamma, alle prese con la sua bambina, Giorgia, che sta attraversando la delicata fase di passaggio dal nido alla materna, quindi "esplorano" insieme questo albo illustrato: mamma che gioia
"Lasciar andare" è un modo gentile per definire il distacco, però non toglie nulla alla difficoltà che comporta. Ci vuole un talento speciale per dosare nel modo giusto la necessità di trattenere e quella di "mollare", ma sopratutto occorre grande saldezza emotiva per accettare l'idea che, separati da noi, i nostri figli siano in grado di farcela da soli"(Schelotto, 2003, pag.49).

Un tempo per incontrarsi, pensieri e pratiche per favorire l'ambientamento di bambini e genitori nella scuola dell'infanzia" a cura di Paola Milani.

Target: dai 3 anni.

Obiettivi generali:
  • Creare l'abitudine all'ascolto;
  • Stimolare l'immaginazione del bambino;
  • Facilitare l'espressione delle emozioni e dei pensieri attivati dalla separazione dai propri genitori;
Obiettivi specifici-il bambino:
  • Supera la tensione verso la novità futura;
  • Esprime sentimenti, paure, ed emozioni attraverso il corpo e/o attraverso l'uso degli oggetti;
  • Supera le paure e allarga la fiducia in sé e negli altri;
Se quest'articolo vi ha incuriosito e vorreste acquistare sia l'albo illustrato che il quaderno pedagogico, vi inserisco di seguito i link: 

In questo blog dove ho preso spunto per la stesura di questo post, potete approfondire l'argomento, nonché la storia illustrata nell'albo: 

A presto!! :)

venerdì 16 settembre 2016

L'ambientamento al nido d'infanzia

Ciao a tutti!!

Siamo giunti a Settembre e i bambini rientrano a scuola o al nido nel nostro caso ;)
Durante l'esperienza del mio tirocinio, ho assistito ed aiutato le educatrici durante i vari periodi di ambientamento, in particolare tra Gennaio e Febbraio ed oggi vi parlerò proprio di questa delicata fase. 
I momenti di incontro con i genitori possono essere tanti e di diverso tipo: informali come i colloqui giornalieri all'entrata e all'uscita, per scambi di idee e punti di vista relativi ad ogni bambino in un'atmosfera collaborativa, mentre tra i momenti formali troviamo:

• COLLOQUIO DI AMBIENTAMENTO: per raccogliere ogni informazione utile ad un adeguato inserimento del bambino al nido; 

• COLLOQUIO POST-AMBIENTAMENTO: vuole essere un momento di confronto tra genitori ed educatrici per valutare come è andato o sta andando l'ambientamento del bambino; 

• COLLOQUIO INDIVIDUALE: a richiesta (sia da parte dell'educatrice che del genitore) destinato alla discussione delle tematiche educative o di particolari difficoltà/esigenze del bambino,emerse sia in famiglia che al nido. 

La madre o il padre o comunque persone di famiglia, dopo il primo colloquio, hanno la possibilità di decidere se portare il proprio bambino al nido durante la mattinata oppure nel pomeriggio. Solitamente viene consigliata la mattina, poiché avvengono le attività giornaliere che coinvolgono tutti i bambini. Nei primi giorni il genitore resta insieme al proprio bambino, mentre osserva e conosce l'ambiente circostante, cercando i primi approcci con gli altri bambini e viceversa. Da ricordare che l'ambientamento è un momento molto delicato poiché rappresenta il primo distacco ufficiale dalla famiglia, un passaggio di grande impatto emotivo per tutte le persone coinvolte (il bambino, la famiglia, le educatrici). Il bambino infatti ha bisogno di poter contare su punti di riferimento spaziali e relazionali, su scansioni temporali ritualizzate e precise. Dopo i primi giorni di frequenza, il genitore passerà dall'iniziale presenza dentro la sezione, al progressivo allontanamento,restando però disponibile e reperibile. Un seconda condizione è la gradualità dei tempi. All'inizio il bambino resterà nel nuovo ambiente solo per poche ore, dopo alcuni giorni consumerà il pranzo al nido. Non è prevista in tale momenti la presenza del genitore per far sì che il bambino si abitui a vivere questa esperienza assieme ai compagni e alle educatrici. Durante il periodo dell'ambientamento è consigliabile per il bambino portare con sé al nido, il proprio "oggetto transizionale" ( che può essere un peluche, una copertina ecc.), se presente, per favorire un'ambientamento il più sereno possibile. E' importante che mamma e papà siano sereni nell'affidare il proprio figlio al servizio, perché questa tranquillità permette al bambino di ambientarsi più facilmente.
L'inizio di una nuova avventura
Ricordo di un bambino che piangeva non appena la mamma andava via, a nulla serviva distrarlo durante il "gioco da fermi" o in altro tipo di attività, finché a poco a poco iniziò ad ambientarsi e a relazionarsi con gli altri bambini. Mi torna alla mente la prima volta che smise di piangere dopo un'attività motoria, lo avvicinai e gli feci vedere come io stessa facevo le capriole, così iniziò a farle pure lui insieme agli altri bambini che entusiasti provavano a fare le capriole. E' stata una grande soddisfazione vedere il suo sorriso dopo tanti giorni di pianto! Durante il primo colloquio con un'educatrice infatti, era emerso che questo bambino non si era mai staccato dalle figure genitoriali, e proprio per questo motivo aveva difficoltà nell'affrontare la mancanza della mamma o del papà.

Fonte: Carta dei servizi Asilo Nido di Adria. 

Alcuni consigli utili per un sereno ambientamento li potete trovare al seguente link che ho postato qua: 

Ricordatevi che ogni bambino è diverso l'uno dall'altro ed è necessario rispondere ai loro bisogni rispettando la storia personale e familiare di ciascuno.

 A presto!! :)

sabato 20 agosto 2016

Si canta!

Ciao a tutti!!! :)

Oggi imparerete una simpatica canzoncina per i vostri bimbi, cantata spesso insieme ai bambini e alle educatrici durante lo svolgimento del tirocinio generalmente, al momento antecedente le attività.

Ai bimbi piaceva tantissimo e al nido ci sono molte canzoncine che loro amano ascoltare, vedere, imitare e ripetere e riproporre!:)
Questo è il testo della filastrocca/canzoncina che si può scovare in molti siti internet:

GLI INDIANI

Gli indiani al centro della terra
si svegliano con tutta la tribù
aiabù, aiabù

aia ia ia yuppy iaia ye!
aia ia ia yuppy iaia ye!

Gli indiani al centro della terra
mangiano con tutta la tribù 
aiabù, aiabù

aia ia ia yuppy iaia ye! 
aia ia ia yuppy iaia ye! 

Gli indiani al centro della terra
bevono con tutta la tribù 
aiabù, aiabù

aia ia ia yuppy iaia ye! 
aia ia ia yuppy iaia ye! 

Gli indiani al centro della terra
corrono con tutta la tribù 
aiabù, aiabù

aia ia ia yuppy iaia ye! 
aia ia ia yuppy iaia ye!

Gli indiani al centro della terra
lavorano con tutta la tribù
aiabù, aiabù

aia ia ia yuppy iaia ye!
aia ia ia yuppy iaia ye!

Gli indiani al centro della terra
ballano con tutta la tribù
aiabù, aiabù 

aia ia ia yuppy iaia ye!
aia ia ia yuppy iaia ye!

Gli indiani al centro della terra 
dormono con tutta la tribù 
aiabù, aiabù

aia ia ia yuppy iaia ye! 
aia ia ia yuppy iaia ye! 


Per imitarla nel modo più adeguato, vi inserisco il link di un video dove si può imparare facilmente i gesti, il tono della voce, le pause, il ritmo lento-veloce ecc.

Target: tutte le età.

Riprendo apportando qualche modifica, gli obiettivi della scorsa canzoncina:

Obiettivi generali:
  • Sviluppare la visualizzazione e le abilità linguistiche; 
  • Favorire il tono muscolare, la flessibilità e la coordinazione grosso-motoria; 
  • Incrementare le capacità percettive relative all'orecchio musicale attraverso l’ascolto; 
  • Stimolare la creatività, la fantasia e l'immaginario del bambino; 
Obiettivi specifici-Il bambino:
  • Acquista maggiore consapevolezza della propria voce e della propria corporeità; 
  • Sviluppa abilità ritmiche attraverso il movimento del corpo; 
  • Acquista maggiori capacità di ascolto e di concentrazione; 
  • Impara il ritmo lento-veloce. 
Alla prossima!! ;)

sabato 16 luglio 2016

Musica al nido!

“L'esplorazione sonoro-musicale al nido, è uno strumento per conoscere il sé ed esprimerlo, comunicare con altro e relazionarsi con l'ambiente”. 

La sensibilizzazione alla musica nella fascia dai 0 ai 3 anni ha finalità molteplici che riguardano soprattutto la formazione del bambino, oltre che il fargli acquistare competenze prettamente musicali. 
La modalità di apprendimento del linguaggio musicale è analoga a quella del linguaggio verbale ed il bambino nell'età del nido possiede un’enorme quantità di connessioni sinaptiche e neurologiche che lo rendono molto ricettivo agli stimoli esterni. Egli ha quindi, un potenziale da tenere in considerazione, data l’irripetibile plasticità cerebrale che si va perdendo con l’aumentare dell’età.
Il bambino imita e assimila, ed il grado di sviluppo del linguaggio sonoro-musicale, come per quello verbale, è proporzionale alla ricchezza ed alla varietà di frequentazione offerta dall’ambiente. Da questa frequentazione il bimbo cresce nella coordinazione psico-motoria, nel linguaggio, nell'autostima, nell'interazione con l’esterno.
Il ruolo degli educatori al nido è quello di affermare l’individualità del bambino anche in un contesto collettivo.

Le attività di musica vengono svolte ogni 15 giorni con gruppi di bambini da 7-8 bambini dai 18 ai 36 mesi e riguardano: l'ascolto di vari brani suonati o cantati dal vivo e riprodotti tramite stereo, girotondi, giochi ritmici, canti e filastrocche da imparare tratti dal repertorio dell’infanzia, costruzione di strumenti musicali con materiale da recupero (bottiglie di plastica, cartoni, scatole vecchie, etc..). Inoltre la musica viene riproposta anche in occasione di feste e ricorrenze.
Questo gioco stimola l'autoregolazione, il controllo e la socializzazione oltre che l'ascolto. Ogni bambino in qualsiasi momento può trasformarsi in direttore ed inventare la sua musica.
Dopo esserci riuniti tutti riuniti nell'angolo lettura io insieme ad altre due educatrici, abbiamo creato un gioco dove i bambini dovevano inizialmente seguire il direttore d'orchestra, rappresentato dall'educatrice, che con le bacchette fingeva di dirigere un'orchestra e invitava i bambini a suonare (anche a turno) con gli strumenti inventati e costruiti da loro (maracas, bottiglie contenenti riso..). I bambini seguivano il ritmo del direttore, che impartiva le seguenti indicazioni: “forte-piano”, “lento-veloce”,”via-stop”, “silenzio-rumore” e devo dire che eseguivano correttamente quanto detto, sopratutto i più grandicelli. 

TEMPI: una volta a settimana per 15 giorni.

OBIETTIVI GENERALI: 
  • promuovere le capacità percettive relative all'orecchio musicale attraverso l'ascolto; 
  • differenziare il suono dal silenzio e riconoscere ed identificare suoni appartenenti al proprio vissuto;  
  • sviluppare la consapevolezza temporale; 

OBIETTIVI SPECIFICI: -Il bambino:
  • esprime le proprie emozioni suscitate dall'attività musicale;
  • migliora i tempi di attenzione e coinvolgimento nell'attività musicale;
  • esegue semplici comandi;
  • si diverte nell'ascoltare il suono provocato dagli oggetti o strumenti musicali;
Alcune informazioni sono state tratte dal sito:

Alla prossima! :)

sabato 9 luglio 2016

Palle e palloncini!

Ciao a tutti!!!!!!!! :D
Dopo una breve pausa son ritornata qui a raccontarvi sempre della mia bellissima esperienza al nido! ;)
Oggi vi parlerò di un'attività che rientra nello svolgimento di una mia personale progettazione sulla psico-motricità, ovvero lo schema motorio del lancio e della presa. Le giornate sempre più calde ci spronano a stare all'aperto, e questo vale sopratutto per i bimbi anche quelli più piccini (ovviamente sempre tenendo conto di giocare quando la temperatura non è troppo alta). Si tratterà di lanciare ed afferrare dei palloncini inizialmente, per poi sostituirli successivamente con dei palloni di spugna. Per i primi tentativi si utilizzano per l'appunto dei palloncini che si muovono più lentamente.
Bambini e palloncini
Fate prendere al bambino il palloncino con due mani e fateglielo lanciare in aria. Riesce a prenderlo? Fatelo poi partire dalla posizione a braccia aperte e fategliele richiudere per afferrare il palloncino. Anche i bambini più piccini possono partecipare al gioco dei palloncini! Anche solo guardando estasiati i palloncini volteggiare nell'aria e muoversi nello spazio, tentando anche di afferrarli e/o toccarli. 
Passando poi ai palloni di spugna sarebbe indicato proporre prima del lancio vero e proprio, giocare a mollare gettare diversi oggetti. Lavorando nel salone delle attività con un gruppo di bambini eterogeneo, ho cercato con l'aiuto delle educatrici presenti, di far giocare i più piccoli con delle palline colorate mentre i più grandicelli si esercitavano a lanciare la palla nei modi più disparati.
  • in aria (per poi riprenderla);
  • contro il muro;
  • dentro una cesta/cerchio.
I bambini ovviamente si sono molto divertiti a lanciare la palla dappertutto, per poi cercare di rispettare i turni, lanciando la palla in una cesta vuota. 
Un'altra variante del gioco consisteva nel chiamare ciascuno bambino col proprio nome lanciandogli la palla;
Infine si è passati al vero e proprio gioco di lancio e afferramento a coppie. 

Bambini che si divertono
Si può per appunto ripetere questo gioco con oggetti di diversa forma, dimensione, consistenza. 

Target: 18-36 mesi

Obiettivi generali:
  • consapevolezza delle parti del proprio corpo; 
  • favorire la coordinazione oculo-manuale;
  • sviluppo della consapevolezza temporale;
Obiettivi specifici:-Il bambino:
  • conosce il proprio corpo;
  • impara a rispettare i turni;
  • si muove in autonomia nell'ambiente; 
  • rafforza il rapporto con i suoi pari.
Il gioco con la palla è eccellente per lo sviluppo delle consapevolezza temporale. Per lanciare è necessario che il cervello invii dei messaggi ai muscoli e ai legamenti coinvolti, in modo che la presa sulla palla venga mollata al momento giusto! Ciò presuppone la presenza di abilità motorie e di una coordinazione mano-occhio adeguate. Le palle sono quindi eccellenti per aiutare il cervello a creare nuove vie neurali e guidare il bambino verso abilità più avanzate, come appunto quelle del lancio e della presa. All'inizio il bambino afferrerà la palla abbracciandola e solo più tardi sarà in grado di prenderla con le mani. 

Vi consiglio come sempre la lettura di questo testo come spunto di interessanti attività da svolgere con  i bimbi dagli 0 ai 5 anni: 
Margaret Sassè "Pronti, attenti via!" Ed. Erickson. Trento 2012.

Alla prossima! ;)

lunedì 30 maggio 2016

Canti&filastrocche

Riprendendo da un precedente post, oggi vi scriverò un'altra canzoncina da cantare sia al nido che a casa. Come vi avevo già accennato, al nido come spesso accadeva, prima di dare inizio alle attività del mattino, le educatrici nel salone cantavano ed imitavano attraverso la mimica facciale, alcune canzoncine e filastrocche ai bimbi, i quali si divertivano moltissimo ad ascoltare, cantare e mimare i gesti e le espressioni facciali delle educatrici. Non di rado i bambini più grandicelli richiedono loro stessi le canzoncine più amate che vorrebbero riascoltare.La ripetitività di queste canzoncine, accompagnavano quindi il momento dell'accoglienza, e permettevano ai bambini riconoscerle, aumentando così la loro sicurezza e identità all'interno del gruppo.
Tra le canzoncine più richieste, vi era anche quella del "Pesciolino Rosso".
Il testo originale è tratto da un brano cantato nel lontano 1973, in occasione della 15°edizione dello Zecchino D'Oro. La canzoncina cantata dalle educatrici era più breve e in parte modificata, ma molto bella ugualmente! ;) 


"Il pesciolino rosso"

Issa issa issa la vela 

gira gira gira il timon

butta butta butta la rete 

tirala tirala tirala su!

Imprigionato in un angolino 

era rimasto rosso pesciolino 

che per dispetto da casa era scappato 

perché la mamma aveva brontolato. 

Rit. Issa issa issa la vela 

gira gira gira il timon

butta butta butta la rete 

tirala tirala tirala su!

E frigge l'olio in un pentolino 

il pescatore afferra il pesciolino

sei troppo piccolo da poter mangiare

gli fa un sorriso e lo ributta in mare.

Splash! Ciao pesciolino! 

Vi inserisco il link per l'intonazione della canzone ;)

"Così come il cibo alimenta il corpo in crescita del bambino, allo stesso modo la musica, fornisce nutrimento al cervello attraverso la melodia, il timbro e l'armonia."
Margaret Sassé "Pronti, attenti, via! Giochi per il corpo e per la mente". Trento 2012 Edizioni Erikson.

Obiettivi e target si rispecchiano con quanto già scritto in riferimento alla canzoncina dei "Tre porcellini". 

Target: tutte le età del nido.

Obiettivi generali:
  • Sviluppare la visualizzazione e le abilità linguistiche;
  • Favorire il tono muscolare, la flessibilità e la coordinazione grosso-motoria;
  • Incrementare le capacità percettive relative all'orecchio musicale attraverso l’ascolto;
  • Stimolare la creatività, la fantasia e l'immaginario del bambino;
Obiettivi specifici-Il bambino:
  • Acquista maggiore consapevolezza della propria voce e della propria corporeità;
  • Sviluppa abilità ritmiche attraverso il movimento del corpo;
  • Acquista maggiori capacità di ascolto e di concentrazione;
  • Memorizza nel tempo brevi canzoncine e filastrocche;

Alcuni degli obiettivi sono stati spunto di riflessione per questo post, grazie al documento in pdf: 

Alla prossima! :)

martedì 24 maggio 2016

Giocare con le bolle di sapone!

Ormai l'estate è alle porte e i bambini sempre più spesso giocano all'aperto, sia fuori casa sia fuori dal nido. Questa che vi descriverò è un'attività molto frequente al nido sia nella stagione invernale (all'interno della struttura), ma ancora di più nella stagione estiva. I bambini adorano veramente giocare con le bolle, vedere numerosi visi con il naso all'insù meravigliati da queste "magiche 

creazioni" è sempre una bellissima sensazione. Io spesso mi cimentavo nel creare le bolle di sapone al termine di un'attività, dopo pranzo o dopo la merenda del pomeriggio. E' un'attività che si può benissimo collegare ad un'attività motoria, ovvero lanciare ed afferrare i palloncini (altro schema motorio di base che potrà meglio strutturarsi attraverso il gioco con i palloni). I bambini restano estasiati dalle bolle, e ancora di più quando se ne soffiano di tantissime! :) Cercano di afferrarle e farle scoppiare, le osservano, le inseguono sia a gattoni che rincorrendole, vogliono provare a soffiare loro stessi..insomma un gioco che creerà sempre meraviglia agli occhi dei bambini. Nella nostra lingua il bambino riceve il verbo soffiare - soprattutto al suo imperativo - sia quando ha bisogno di liberare il naso dal muco, sia per raffreddare un pasto troppo caldo. E' comprensibile la confusione iniziale dei due sistemi (bocca e naso) così, capita che durante un raffreddore, alla richiesta di soffiare nel fazzoletto facciano uscire l'aria dalla bocca. 

 Il desiderio di creare le bolle di sapone può essere sostenuto proponendo la seguente attività di gioco: 
preparare la miscela di acqua e sapone all'interno di bacinelle, meglio se trasparenti così che possano osservare ciò che avviene. 
dare ad ogni bambino una cannuccia 
soffiando dentro l'acqua i bambini realizzeranno delle "strutture di bolle" e potranno immergere le mani per sperimentarne la consistenza. 
è possibile via via aumentare il materiale utile per fare esperimento: tubi, imbuti, cannucce, ecc. 
Non dimentichiamoci che i bambini scoprono le bolle di sapone già dalle loro esperienze quotidiane: durante il bagnetto o quando si lavano le mani possiamo osservarli mentre si interessano spontaneamente alla leggerezza della schiuma. 

Alcune attività interessanti le potete trovare in questo blog: 

TARGET: tutti i bimbi del nido. 

OBIETTIVI GENERALI: 
  • Promuovere lo sviluppo della motricità fine; 
  • Favorire l'attenzione e la concentrazione; 
  • Creare consapevolezza del proprio corpo; 
OBIETTIVI SPECIFICI:Il bambino: 
  • Osserva le bolle di sapone create dall'adulto; 
  • Cerca di afferrarle e di inseguirle; 
  • Si diverte durante l'attività; 
  • Cerca o impara a soffiare (per i più grandi); 

A presto! :)

lunedì 16 maggio 2016

La baby-dance!

Ciao a tutti/e! ^-^

Oggi ho pensato di parlarvi di un'attività che viene spesso proposta durante la giornata al nido, sopratutto in quei momenti dove i  bambini creano molta confusione, urlano, fanno molto rumore con i materiali presenti nel salone mentre giocano, oppure come spesso succede, piangono anzi strillano più che altro..poi non si sa come le educatrici improvvisamente diventino sorde :D 
Gioia di muoversi!
Questa attività viene definita come la baby-dance, ovvero il ballo dei piccoli, proposta sia nei "momenti d'emergenza", sia in determinati momenti della giornata: al mattino durante l'entrata, prima di pranzare, dopo pranzo e dopo la merenda del pomeriggio. Si accende la radio e si inserisce un CD di musiche per bambini, generalmente riguardano sigle di cartoni animati, vecchie canzoni intramontabili dello Zecchino d'oro amate dai bambini ("Il coccodrillo come fa?", "Il cuoco pasticcione", "Il caffè della Beppina", "Nella vecchia fattoria" "Volevo un gatto nero", "Il Katalicamello" ecc.). Quando accendevamo lo stereo i bambini erano molto entusiasti e liberi di ascoltare la musica anche solamente stando fermi sia per chi era autonomo nella deambulazione sia per chi ancora non aveva raggiunto quella tappa, alcuni ballavano da soli oppure imitando nei movimenti il compagno vicino; quindi si lascia totale libertà di esprimersi come meglio preferiscono. A volte capita che qualche educatrice interagisca con i bambini creando il famoso trenino, il girotondo o semplicemente facendo da esempio nei movimenti e nei gesti. Piaceva molto anche a me ballare insieme ai bambini, infatti mi divertivo davvero molto e in più..si bruciano kilocalorie! ;)
A volte le educatrici invitavano i bambini a: 

Bambini che ballano

  • Picchiare forte le mani quando l'educatrice alzava la musica; 
  • Battere piano quando si abbassava;
  • Non battere quando la musica cessava; 
Tutti noi ci divertivamo davvero tanto, i bambini non di rado ripetevano spesso le parole delle canzoni più "gettonate", dimostrando capacità di memorizzazione. 
E' un attività che si può riproporre senza problemi anche a casa.  

TARGET: tutti i bambini.

OBIETTIVI GENERALI:
  • Favorire situazioni di espressione corporea;
  • Promuovere l'espressione di sensazioni e sentimenti; 
  • Accettare e sperimentare l'attesa;
  • Ripetere gesti del compagno e gesti dell'adulto;
OBIETTIVI SPECIFICI- Il bambino: 
  • Esprime le proprie emozioni;
  • Gioca con la voce: produce catene vocali, lallazioni ecc.;
  • Esegue consegne ricevute verbalmente;
  • Coordina il movimento di diverse parti del corpo assumendo varie posture;
  • Memorizza le canzoni più frequentemente riprodotte (o qualche frase);

All'interno del cervello il sistema di circuiti relativo alla matematica è connesso a quello relativo alla musica. La stimolazione di queste connessioni è essenziale a tutte le età in quanto il ritmo favorisce la memoria sequenziale per la matematica e la pianificazione motoria. Queste attività coordinano il corpo con il cervello connettendo il movimento interno ai suoni esterni della musica. Inoltre, migliorano i riconoscimento interno della velocità, del ritmo e del tempo, e favoriscono lo sviluppo del tono muscolare, della flessibilità e della coordinazione grosso-motoria. Abbinare il movimento alla parola aiuta i bambini a muoversi ritmicamente e facilita il collegamento fra pensieri e azioni. Tutti i bambini amano la ripetizione. Fate sentire loro della musica con un buon ritmo. Sviluppa lentamente una sequenza che vostro figlio dovrà ricordare. 


Margaret Sassè "Pronti, attenti via!" Ed. Erickson. Trento 2012.

All'interno di questo testo, ho trovato molte attività interessanti da proporre.

Alla prossima! :)                                    

lunedì 9 maggio 2016

Schema motorio di base: camminare a 4 zampe

Durante lo svolgimento del tirocinio, ho potuto osservare come ai bambini piaceva muoversi nel salone delle attività, rincorrendosi l'un l'altro, saltando ecc. quindi piaceva molto giocare muovendosi con tutto il corpo. Così decisi di elaborare un progetto sulla psico-motricità, che comprendeva vari schemi motori di base.
Camminata a 4 zampe
Questa progettazione periodica, s’inseriva all'interno della Progettazione educativo-didattica 2015/2016, la quale prevedeva tra i diversi ambiti del fare e dell'agire, quello della corporeità e della motricità e che contribuisce alla crescita e alla maturazione complessiva del bambino, promuovendo la presa di coscienza del valore del corpo, inteso come una delle espressioni della personalità, e condizione funzionale, relazionale, cognitiva, comunicativa e pratica da sviluppare in tutti i piani di attenzione formativa. Il tema che accompagnava  questa progettazione è centrato sui “I diritti naturali dei bambini”, fra cui il diritto al selvaggio, dove il bambino attraverso l'esperienza corporea, conquista via via la padronanza di quelli che sono gli schemi motori di base. Sono molto numerosi e i più comuni sono: strisciare, spostarsi a carponi, rotolare, camminare, correre, saltare, prendere, lanciare, arrampicarsi. Il bambino spesso durante l'attività ludica può manifestare inibizione, iperattività, assertività e anche comportamenti aggressivi. Il gioco, il movimento sono i mezzi privilegiati per esprimere ed evolvere gli stati d'animo, nonché l'individuazione precoce di situazioni di deficit e/o disagio che potrebbero rallentare il processo di crescita del bambino. Attraverso il movimento guidato inoltre, i bambini imparano a rispettare le regole del fare e dello stare insieme attraverso i giochi di coppia o di gruppo.
Oggi vi parlerò della "camminata a 4 zampe". Dopo i momenti di gioco libero nel salone, talvolta cantando e mimando insieme alle educatrici qualche canzoncina, la seduta di psico-motricità iniziava attirando l'attenzione dei bambini dicendo semplicemente: “Oggi giochiamo con...” e procedeva con la presentazione dei materiali a disposizione. Prima di tutto chiedevo ai bambini se sapessero imitare un animale quadrupede tra questi: cane, gatto, cavallo, elefante, gambero..ecc. Successivamente ne proponevo uno diverso enfatizzando con il mio corpo la diversa modalità di andatura. Es. il gatto o la tigre che si muovono lentamente con passo felpato, il cane con andamento giocoso, l'elefante (quando possibile con le gambe tese) passi lunghi ne pesanti. Dopodiché, disponevo una serie di cerchi in fila uno attaccato all'altro e invitavo i bambini a camminare a 4 zampe, evitando i calpestare i bordi. Poiché le istruzioni verbali possono risultare troppo complicate, a volte è meglio mostrare al bambino ciò che dovrà fare e infatti cercavo sempre di imitare io stessa gli animali, o l'esercizio da eseguire affinché i bambini, avessero la possibilità di imitarmi loro stessi. Durante l'attività erano molto entusiasti di partecipare a questo gioco, anzi a volte mi proponevano loro quale animale imitare. Talvolta mi avvalevo di alcune immagini che raffigurassero l'animale da imitare, in modo tale da capire a quale animale mi stessi riferendo. 
Cerchi colorati

"Gattonare sulle ginocchia e sulle mani è uno stadio motorio di ulteriore integrazione dei riflessi primitivi e della stimolazione sensoriale. La lentezza, l'accuratezza dell'azione, la scioltezza del movimento, la ripetizione e il passo ritmico e coordinato sono importanti per camminare a gattoni."

Margaret Sassé, Pronti, attenti, via! Giochi per il corpo e per la mente. Edizioni Erickson, Trento 2012. 

TARGET: Dai 18 ai 36 mesi

OBIETTIVI GENERALI:
  • Promuovere situazioni di espressione corporea;
  • Favorire la conoscenza della corporeità in una dimensione ludica
  • Sviluppare la fantasia e l'immaginazione attraverso il gioco simbolico (far finta di…);
OBIETTIVI SPECIFICI-Il bambino:
  • Scopre ed esercita le potenzialità e le abilità del proprio corpo
  • Accetta la frustrazione, le regole e le norme (es. cambio animale);
  • Possiede un uso corretto del proprio corpo;
  • Si muove spontaneamente e/o in modo guidato, da solo e/o in coppia, esprimendosi in base alle indicazioni fornite;
L'attività si svolgeva nel salone delle attività, con la presenza di un'educatrice che documentava il tutto tramite la macchina fotografica. 

Alla prossima! :)

lunedì 2 maggio 2016

Cappuccetto Rosso: un classico intramontabile

"Tra i fattori fondamentali per la futura acquisizione dell'abilità del leggere da parte del bambino in età prescolare, vi è infatti, nelle ricerche citate dalla Wolf, assai semplicemente "la quantità di tempo riservata al chiacchierare a tavola". Anzi , rincalza la studiosa, sono le normali azioni quotidiane, le più elementari, quali il parlare al bambino, il leggergli qualcosa, il dargli ascolto, che costituiscono "una parte importante dello sviluppo linguistico iniziale". L'esperienza immersiva nel linguaggio, presupposto e facilitazione per l'immersione futura nel testo scritto, è dunque legata alla meditazione affettivo-emozionale dell'adulto, che sollecita nel bambino la curiositas-"curiosità", che comprende nella sua etimologia, la reciproca sollecitudine, l'amorevole cura di chi propone (emette) e di chi riceve (e poi imita) parole che intessono storie, filastrocche, giochi verbali, nonsense."
Le terre della fantasia. Leggere la letteratura per l’infanzia e l’adolescenza, a cura di Marnie Campagnaro, Donzelli 2014
Una delle attività più ricorrenti al nido, riguarda proprio la lettura di libri, che potevano essere letti dalle educatrici comodamente nell' angolo lettura allestito con cuscini di stoffa avvolgenti e colorati, dalle varie forme e grandezze, tappeti capienti e morbidi da potersi “accomodare”, rilassarsi e gustarsi l'attività. I libri erano contenuti in un espositore – mobile con scaffali ad altezza bambino in modo tal da potersi avvicinare ai libri consultandoli da solo o con i compagni.
La bambina e il lupo


"Oggigiorno l'adulto, insegnante, educatore, o genitore che sia, cerca in tutti i modi di smorzare, lenire, addolcire, quando non addirittura negare, le narrazioni fiabiche ritenute troppo cruente, pervasive, che potrebbero turbare la sensibilità del bambino. Purtroppo, non si rende conto che, ahinoi, occultando, edulcorando, censurando, nascondendo, si toglie ai bambini un potente antidoto, "negare l'accesso alla sfera del misterioso, del contraddittorio, dell'eversivo,dell'orrifico, dell'insondabile, dell'indicibile, non è un atto di precauzionale salvaguardia, di protezione: è un atto di deprivazione, da cui dovrebbe tenere le dovute distanze chi è impegnato nella sfera educativa. "Nel regno del meraviglioso, la censura si sgretola e la metafora domina incontrastata. La fiaba se ne serve per ammaliare i suoi lettori."
ivi, p.58.
La storia più amata e richiesta dai bambini, così come anche la filastrocca, era la storia di Cappuccetto Rosso. La presenza del bosco e del lupo, hanno permesso a questa fiaba di permanere nel tempo. Nelle versioni letterarie di C.Perrault e dei f.lli Grimm, si mescolano fatti popolari a fatti di cronaca fino a che C. Perrult la tramuta in opera letteraria. La paura del lupo era una paura diffusa perché molto tempo fa, si potevano incontrare nei villaggi.
"Le paure primordiali dell'infanzia, come l'essere abbandonati e il divoramento, trovano una perfetta collocazione logica nella libertà metaforica delle fiabe. L'essere mangiati "in un sol boccone" è un espressione figurale, diretta, inequivocabile, chiarissima per un bambino. Coincide con un'esperienza fisica assai vicina l'inghiottire una pastiglia o una medicina amara, esperienza tutt'altro che rara nei bambini. Questa fisicità permette di restituire al bambino la rappresentatività concreta del divoramento: è un'azione veloce, istantanea, irreversibile."
ivi, p.59.
Qualora siate curiosi di leggere la versione originale di questa storia, vi inserisco il link.
Interessante è l'avvertimento che l'autore inserisce in questo racconto.
Fiabe Classiche - C.Perrault: Cappuccetto Rosso (traduzione di Carlo Collodi da "I racconti delle fate")
Solitamente, l'attività si svolgeva al mattino o nelle attività del pomeriggio con un gruppo di otto bambini, nell'angolo lettura. Iniziava con la presentazione del libro, e quindi ci si posizionava davanti ai bambini, sfogliando il libro e leggendo il testo mentre i bambini potevano sia ascoltare che osservare le figure. L'educatrice indicava le figure o gli stessi bambini incuriositi cercavano interessati di toccare le figure. Le storie venivano raccontate attraverso una certa mimica facciale, una certa gestualità e una certa intonazione che creavano varie emozioni nel bambino es. lo spavento per il lupo ma al tempo stesso li rendeva partecipi, coinvolti dalla storia. Sono proprio questo tipo di emozioni che incuriosiscono i bambini che li trasporta nel racconto e che per l'appunto sono storie che vengono richieste di essere lette per riprovare quegli stati d'animo. Al nido veniva raccontata la versione classica di Cappuccetto, ma ce ne sono di moltissime versioni molto più interessanti a mio avviso, dopo aver seguito il corso all'università: "Teoria e Storia della letteratura per l'infanzia e della Biblioteca", tenuto dalla prof.ssa Marnie Campagnaro. Il corso più interessante che abbia mai seguito, perché ho appreso nuove conoscenze, che mi hanno permesso di possedere una nuova visione sulla letteratura infantile. 

TARGET: tutti i bambini divisi in gruppi di otto; (ovviamente tra gli obiettivi, alcuni si riferiscono ai bambini più grandi).

OBIETTIVI GENERALI:
  • Sviluppare le abilità linguistiche;
  • Rafforzare il legame affettivo tra chi legge e chi ascolta;
  • Favorire la conoscenza dell'oggetto-libro;
  • Stimolare la capacità di fantasticare e immaginare;
OBIETTIVI SPECIFICI-Il bambino:
  • Mette in relazione l'immagine e il testo;
  • Impara a rispettare il proprio turno e i tempi di silenzio e ascolto;
  • Acquista maggiore capacità di attenzione e memorizzazione;
  • Si identifica con i personaggi, prova emozioni, dà e attribuisce a queste un nome;
  • Comprende e ricorda brevi successioni di eventi e brevi storie;
  • Descrive esperienze e situazioni personali; 
Di seguito vi cito le più varie interpretazioni di Cappuccetto Rosso, riferite anche ad età superiori ai 3 anni ( es."nella storia "La bambina e il lupo" si consiglia la lettura a partire dai 5 anni):